Babette Berger (*1964)

Che l'arte possa scegliere come tema oggetti assolutamente quotidiani è stato provato già negli anni Sessanta da Andy Warhol, il maestro della Pop Art, con quadri di lattine di zuppa e la riproduzione di una scatola di detersivo. Anche Babette Berger ricorre spesso a oggetti quotidiani nei suoi lavori: con sottile ironia trasforma il trivale in una pittura cheè esattamente l'opposto.

La collezione d'arte della Mobiliare comprende tre dipinti a olio di Babette Berger. Il primo risale al 1998 e mostra la ripresa ravvicinata di un tessuto in maglia con la tecnica del fotorealismo. Le singole maglie realizzate con perfetta precisione plastica si fondono in una struttura a nido d'ape creando un effetto tridimensionale: mentre le parti gialle sembrano venire incontro all'osservatore, le tonalità più scure azzurre e verdi retrocedono sullo sfondo. È inevitabile iniziare ad esaminare le piccole irregolarità della struttura e a immaginarsi la qualità tattile del materiale. Di solito l'arte mantiene una certa distanza da attività manuali come il lavoro a maglia, a cui attribuisce al massimo un senso nell'ambito dell'artigianato artistico. Berger invece traspone un disegno di lavoro a maglia in un dipinto che tratta aspetti centrali del discorso pittorico come colore, superficie, spazio ed effetti ottici.

La stessa divertita leggerezza di Strick è espressa anche dal dipinto difficult situation del 2004/2005: i bastoncini di Shanghai sovrapposti con esattezza formano una struttura rettangolare equilibrata con tanta precisione che, se fosse vera, sarebbe meglio non toccarla. È difficile credere che ricordi solo per puro caso le opere di Theo van Doesburg, un pioniere dell'arte priva di oggetto. Il quadro senza titolo di Berger del 2002 sembra davvero un'affermazione della pittura pura e priva di oggetto: due decisi punti esclamativi la cui forma deriva soltanto dall'assenza di pittura.

 

Babette Berger convince per opere che affrontano le domande fondamentali della pittura in modo tanto ironico quanto serio: le rappresentazioni illusionistiche diventano riferimenti alla bidimensionalità del quadro, gli oggetti richiamano l'inesistenza di un oggetto. I tre quadri presentati nella collezione fanno parte di gruppi di opere di maggiori dimensioni a cui l'artista ha lavorato anche per molti anni.

 

Babette Berger è nata a Berna (Svizzera) nel 1964 dove vive e lavora.

Campi di attività: pittura, installazioni, grafica per stampa, Mixed Media e disegno

Sito web di Babette Berger

Opere di Babette Berger

© Babette Berger
Babette Berger

Senza Titulo

© Babette Berger
Babette Berger

Strick