Carmen Perrin (*1953)

Nei suoi lavori Carmen Perrin indaga in svariati modi la permeabilità dei confini tra l’immagine e lo spazio. Acquisisce inoltre notorietà con creazioni spettacolari in spazi pubblici, come il portale della stazione Gare de Cornavin di Ginevra o l’opera murale semitrasparente nel terminal tra le piste dell’Aeroporto di Zurigo.

Nata in Bolivia da genitori svizzeri, Perrin si trasferisce a Ginevra all’età di sei anni e qui poi studia all’École supérieure des Arts Visuels (ESAV). Dopo la conclusione degli studi nel 1980 gestisce per breve tempo un artist-run space a Ginevra assieme ad alcuni amici artisti, inoltre viene premiata più volte per le eleganti installazioni che fanno parte della sua opera giovanile e che realizza con materiali di poco costo come legno da costruzione o filo di ferro. Alla metà degli anni Ottanta Perrin si trasferisce a Marsiglia dove inizia ad analizzareil rapporto tra il volume e il contorno nella scultura. A partire dall’inizio degli anni Novanta i suoi lavori approfondiscono sempre più il tema della superficie. A materiali industriali come l'acciaio, la lamiera o il calcestruzzo si affiancano ora anche mattoni, gomma o PVC. Con la tecnica della perforazione apre un varco tra la dimensione spaziale e la superficie del quadro – e viceversa.

 

Un bell’esempio sono Les puits (2005) della collezione della Mobiliare, in cui Perrin ha punzonato una serie di piccoli parallelepipedi in un supporto per quadri in laterizio dipinto di nero, creando così delle aperture che permettono di vedere la parete alle spalle. Ne L’oiseau de Jeanne (Moreau) (2008) i fori trapassano invece vecchie edizioni della rivista Paris Match, guidando strato per strato lo sguardo attraverso il colorato mondo della pubblicità e della foto delle celebrità fino a particolari come il parafango di una macchina, la spalla di un attore del cinema o l’occhio di un uccello. Anche i colorati residui della perforazione sedimentati sui bordi delle cavità a imbuto diventano parte dell’immagine. In La dame creuse, alterne, superpose et déplace (2010) Perrin impiega ancora una volta la perforazione per dissolvere l’oggettualità del quadro, realizzato con diversi strati di materiale decorativo in PVC, in una struttura reticolare rigida e al tempo stesso rarefatta, che, se osservato in movimento, genera tremolanti effetti come nell’op art. In Cible II (2008) questo fluttuare tra nitidezza e imprecisione è generato da un fitto proliferare di innumerevoli tubicini capillari riempiti di colore.

 

Con la stimolante ricerca di una prospettiva adeguata sulle cose, tra immobilità e movimento, presenza e diffusione, Carmen Perrin è una delle artiste contemporanee più interessanti e importanti in Svizzera.

 

Carmen Perrin è nata a La Paz (Bolivia) nel 1953, vive e lavora a Ginevra (Svizzera).

Campi di attività: scultura, arte oggettuale, installazioni, arte in spazi pubblici

Sito web di Carmen Perrin


vedi anche

Opere di Carmen Perrin

© Carmen Perrin
Carmen Perrin

Les puits