Guillaume Pilet ha studiato all'ECAL – Scuola cantonale d'arte di Losanna e ha vinto nel 2008 il «Prix Mobilière». Appartiene a una generazione di giovani artisti svizzeri molto promettente e riconosciuta a livello nazionale e internazionale. Con la sua passione spiccata per opere spaziali forti e con effetti surrealisti, crea spesso collage estrosi combinando forme, stili e mezzi diversi.
Nell'opera Now, 2016 («Ora, 2016») cinque clessidre si trovano su un piedistallo grigio con incavi decorativi, su cui è appoggiato anche un paio di guanti bianchi. Gradualmente stimolano chi osserva a una possibile interazione, in quanto ognuna delle cinque clessidre, se girata, misura un intervallo di tempo diverso, nonostante abbiano tutte dimensioni simili. La sabbia bianca scorre in maniera differente nella stretta apertura tra i due coni di vetro e non si capisce quali unità di tempo vengano impiegate dalle clessidre. Il titolo dell'opera Now, 2016 può rappresentare un'indicazione sulle intenzioni dell'artista: si tratta di esperire il tempo in questo momento e in questo luogo. Ma come si definisce questo momento nell’istante attuale? Pilet ha aggiunto nel titolo anche un anno. Un anno che, come tutti, trascorre e non può essere fermato.
Pilet si interessa in generale di storia dell'arte e filosofia e in particolare dell'arte delle popolazioni indigene. Seguendo lo storico dell'arte ed etnologo Aby Warburg (1866–1929) Pilet parte dal presupposto che la percezione della realtà esterna subisca l'influsso di valori culturali preesistenti dall'antichità ai giorni nostri. Ciò significa che la nostra essenza si forma e continuerà a formarsi sulla base di un materiale figurativo e testuale già esistente.
Guillaume Pilet è nato a Payerne (Svizzera) nel 1984, oggi vive e lavora a Zurigo (Svizzera).
Campi di attività: video, performance, scultura, installazioni, oggetti