Pierre Schwerzmann (*1947)

«Op Art» è la prima definizione che viene in mente di fronte ai quadri di Pierre Schwerzmann. Ma sarebbe riduttivo rintracciare nei suoi dipinti soltanto l’eredità di quella corrente degli anni Sessanta. Oltre al gioco perturbante con la percezione visiva, in essi l’attenzione si concentra infatti soprattutto sulla ricerca dei principi.

Pierre Schwerzmann iniziò presto a dedicarsi all'arte. Da subito si occupa principalmente di pittura, anche se talvolta crea anche sculture e fotografie, e soprattutto le opere degli anni Ottanta presentano un carattere fortemente oggettuale: in esse Schwerzmann sperimenta con stratificazioni e impressioni in rilievo su fondo monocromo, mette allo scoperto parti del telaio del quadro o gonfia l’intera tela come fosse un cuscino. Il supporto stesso del quadro è quindi il punto d’inizio della sua indagine sulle condizioni fondamentali della pittura. Dalla fine degli anni Novanta sviluppa poi il tipo di quadro che resta tipico per questo artista ancora oggi: delicatissime sfumature dal bianco al nero o viceversa sembrano palpitare e vengono spesso coperte e anche nascoste da barre monocrome o altre forme geometriche. A volte impiega come sfondo anche fotografie in bianco e nero con tempo di esposizione lungo e quindi sfocate, acuendo così l’impressione di un’immagine censurata. Essenzialmente però Schwerzmann sta indagando l’interazione tra la profondità illusoria del quadro e l'applicazione bidimensionale del colore, facendo emergere alcuni tratti fondamentali della pittura.


Le opere di Schwerzmann vengono esposte con estrema frequenza, soprattutto nella Svizzera occidentale. Nel 1981 ricevette la borsa di studio della Fondation Ernest Manganel e nel 1998 il premio della Fondation Irène Reymond. Nel 2013 il suo libro d’artista Pierre Schwerzmann venne premiato nel quadro del concorso «I più bei libri svizzeri».


Pierre Schwerzmann, nato nel 1947 ad Aubonne (Svizzera), vive e lavora a Nyon (Svizzera).


Campi di attività: pittura, pittura murale, fotografia, oggetti 

Se apro gli occhi non vedo che trasformazioni necessarie alla sopravvivenza. 



L’arte può essere un fattore di trasformazione nel momento in cui amplia lo spazio del pensiero



verso l’emozionale e sposta i punti di vista…



(Si j’ouvre les yeux, je ne vois que des transformations nécessaires à la survie. 



L’art peut être un facteur de transformation en élargissant l’espace de la pensée



vers l’émotionnel, en déplaçant les points de vue…)

Opere di Pierre Schwerzmann

© Pierre Schwerzmann
Pierre Schwerzmann

Senza Titulo, rot

© Pierre Schwerzmann
Pierre Schwerzmann

Sans titre