Renata Kaminska (*1947)

«Di chi è lo spazio pubblico e quanto di esso mi appartiene?» È con queste domande che Renata Kaminska delinea il nucleo della sua opera. Attraverso sculture, installazioni e video esamina sia le tracce lasciate dall’individuo, dalla società e dal potere nel contesto pubblico che la cultura della memoria ad esso collegata. 

L’artista polacca Renata Kaminska ha frequentato le accademie di belle arti di Lublino, Zurigo e Lipsia. Già nelle sue prime opere è emerso un particolare interesse per le manifestazioni comunicative e discorsive della società occidentale globalizzata. Spesso hanno rivestito un ruolo importante anche le scritte, come ad esempio in WTF o OK del 2010, dove i titoli eponimici delle opere sono stati trasposti nello spazio in forma scultorea, o nella serie Jewel, anch’essa del 2010, per la quale parole dal significato contrastante come «Neutral» e «Not» sono state applicate su luccicanti bandiere argentate. Le attività nello spazio pubblico hanno assunto un significato sempre maggiore, come ad esempio nel caso delle colonne nella città belga di Genk. Kaminska vi ha affisso in occasione della mostra Manifesta 9 del 2012 pagine di giornali e poster per poi lasciarli in balia del vento, delle intemperie e del vandalismo. I materiali provenienti dalla quotidianità e l’interazione tra azione artistica e ambiente fanno parte anche del Phantom Monument, il più grande progetto realizzato finora dall’artista: si tratta di una serie di semplici sculture in calcestruzzo – due delle quali fanno parte della collezione della Mobiliare – che ricordano vagamente pennoni senza bandiera e che nel 2019 sono state installate a Varsavia, Berlino, Zurigo e Zamość nei principali luoghi in cui ha operato Rosa Luxemburg (1871–1919), la grande sostenitrice della lotta di classe. Kaminska lancia così un messaggio contro la cancellazione del passato comunista dallo spazio pubblico che dal 2016 viene attuata sistematicamente nel proprio paese di origine.

 

Con la sua opera Renata Kaminska partecipa attivamente al discorso politico e attraverso la piattaforma d’arte nomade Bel Etage è impegnata anche come curatrice nello spazio pubblico di Berlino. Nel 2013 ha contribuito all’esposizione del Lussemburgo alla Biennale di Venezia su invito dell’artista Catherine Lorent.

 

 

Renata Kaminska, nata nel 1947 a Zamość (Polonia), vive e lavora a Berlino (Germania).

Campi di attività: scultura, installazioni, collage, video, fotografia, arte in spazi pubblici 

Sito web di Renata Kaminska


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